Le ragioni di questa pubblicazione

Si propone in libera consultazione La letteratura calabrese di Antonio Piromalli, in versione digitale, con l’intenzione di offrire un ulteriore piccolo contributo alla diffusione di una cultura liberamente accessibile. Questo infatti è, fin dall’origine, il principale intento del più ampio sito dedicato ad Antonio Piromalli: riproporre di quest’autore le opere esaurite o difficilmente reperibili che possano presentare una qualche utilità non solo per gli studiosi di italianistica ma per chiunque apprezzi la letteratura.

Ciò è stato fatto fin dal 2007 rendendo pubblicamente disponibile in rete la Storia della letteratura italiana scritta da Antonio Piromalli, col dichiarato obiettivo che tale opera potesse «continuare ad essere visitata, consultata, messa in discussione». Obiettivo che oggi possiamo considerare effettivamente conseguito: proprio in questo mese di giugno 2020 la Storia della letteratura italiana ha raggiunto e superato il lusinghiero traguardo di un milione di visite provenienti da ogni parte del mondo.

Le particolarità di quest’opera

Non esisteva uno studio organico della letteratura calabrese prima del 1965, quando Antonio Piromalli diede alle stampe dell’editore Luigi Pellegrini La letteratura calabrese, ricomponendo in ampia visione d’insieme la storia culturale e letteraria della Calabria nel suo intero sviluppo storico.

Lo stesso Piromalli, in uno scritto autobiografico, delinea così la genesi di tale progetto:

dal mondo della cultura emiliana mi rivolgevo, intorno al 1963, a un mondo diverso in cui la Grecia antica, Bisanzio, un lungo medioevo fatto di baronaggi ricorrenti, una struttura arcaica, punteggiavano la grande e desolata storia: quello della Calabria.
In Calabria non c’erano stati Rinascimento e corti fiorenti, ma Greci, Romani, Bizantini, Goti, Saraceni, Normanni, Angioini, Aragonesi, Spagnoli, Francesi, Borboni, feudalesimi e sopraffazioni, violenze e intolleranze, proteste, rivolte, utopie, sogni palingenetici e messianici.
Pitagorismo, orfismo, platonismo, monachesimo, medioevo avevano prostrato le popolazioni, e la letteratura calabrese rifletteva una società che aveva espresso personalità geniali e pochi gruppi intellettuali attivi i quali avevano lottato per rendere la cultura e la vita libere da “tirannidi, sofismi, ipocrisie”. Campanella era il simbolo altissimo di questa ribellione.
Nasceva da questo abbozzo di idee il primo schema di una Letteratura Calabrese scritta con sentimento di partecipazione

Ma anche quel “primo schema” fu generato dalla vasta mole di ricerche e studi sistematici che Antonio Piromalli aveva iniziato a pubblicare fin dal 1939 e proseguito senza interruzioni per tutta la sua vita.

Studi puntualmente documentati dalla specifica Bibliografia degli studi calabresi di Antonio Piromalli (1939-1995) redatta dal Ch.mo Prof. Toni Iermano per la più recente edizione (1996, qui riproposta).

Questi progressivi approfondimenti ed ampliamenti hanno dato luogo nel corso del tempo alle tre diverse edizioni cartacee:

  Cosenza, Pellegrini, 19651, p. 255;

  Napoli, Guida, 19772, p. 254;

  Cosenza, Pellegrini, 19963, Vol I p. 464, Vol. II p. 399

 

È venuta così accentuandosi la particolare impostazione che Antonio Piromalli, fin dall’incipit della sua Prefazione (ed. 19963), definisce con chiarezza:

«Questa letteratura calabrese è una storia della cultura e non delle sole forme letterarie; pertanto essa si unisce alla storia delle idee, alla storia civile e politica e dei gruppi intellettuali», anche se in tale più ampio contesto «la letteratura conferma la sua specificità».

Il modello perseguito è «la ricerca di originalità nella nostra storia».

L’invito «a non farsi captare dai miti capziosi, dal falso sacro, dal falso poetico».